Pari opportunità

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Questa voce è stata curata da Carlo Valenti

 

Scheda sintetica

In generale, con l’espressione “pari opportunità” si è soliti indicare il principio giuridico, sancito dalla Costituzione Italiana, che mira a rimuovere ogni sorta di ostacolo discriminatorio dalla partecipazione degli individui alla vita sociale, economica, politica e al mondo del lavoro. Si tratta quindi di una condizione di parità ed uguaglianza sostanziale introdotta per garantire a tutte le persone il medesimo trattamento e per prevenire forme di discriminazione sulla base di determinati aspetti (genere, età, preferenze sessuali, etnia, disabilità, orientamento religioso e politico, ecc.).

Il fine delle politiche connesse alle pari opportunità, come per esempio nel caso delle azioni positive, si basa in particolare sulla ricerca di un’uguaglianza giuridica tra gli individui che elimini ogni genere di differenza discriminante nell’accesso e nella partecipazione alla dimensione sociale, economica e politica della vita quotidiana.

Ad ogni modo, nel linguaggio comune odierno tale espressione viene solitamente ricondotta al differente trattamento tra uomini e donne nel mondo del lavoro, con particolare riferimento alle discriminazioni professionali e retributive. A tal proposito, ci si intende riferire in particolar modo alle cosiddette “politiche di genere”, vale a dire tutte quelle azioni positive e misure volte a rimuovere ogni aspetto discriminatorio diretto o indiretto, sotto il profilo formale o sostanziale, che generi un trattamento ingiustificato tra persone di diverso sesso. Nel caso del contesto lavorativo, tali politiche concernono principalmente l’accesso al lavoro e alle prestazioni previdenziali, la retribuzione, il livello professionale o l’accesso agli impieghi pubblici.

In definitiva, l’obiettivo degli interventi incentrati sulle pari opportunità in ambito lavorativo è quello di garantire una serie di misure volte a superare le condizioni avverse alla parità tra sessi nell’accesso all’impiego e durante lo svolgimento della prestazione lavorativa; tra queste possiamo trovare per esempio la predisposizione di un determinato numero di posti adibiti alle quote rosa, forme di agevolazione per quanto riguarda la flessibilità d’orario, o i permessi volti a migliorare l’equilibrio vita-lavoro. Si tratta quindi di un insieme di norme, iniziative e politiche volte a realizzare l’effettiva parità tra sessi nell’accesso al mondo del lavoro e ad eliminare tutti gli ostacoli sfavorevoli alla realizzazione del principio delle pari opportunità, che sul piano giuridico trova una regolamentazione organica nel decreto legislativo n. 198/2006 (ovvero il cosiddetto “Codice delle pari opportunità tra uomo e donna”).

Il tema delle parità di opportunità tra uomo e donna è stato infine oggetto di un recente intervento del legislatore, che a quindici anni dall’introduzione del Codice delle Pari Opportunità ha inteso rafforzarne i meccanismi di tutela. In particolare, la legge n. 162/2021 ha previsto con l’aggiunta dell’articolo 46-bis al suddetto Codice l’introduzione della Certificazione di pari opportunità, ovvero un documento certificato attestante tutte le misure messe in pratica dalle imprese per colmare il divario di genere sotto molteplici profili (parità salariale, politiche di genere, tutela maternità, occasioni di crescita in azienda, ecc.). Il possesso di tale certificazione garantisce per l’anno 2022 la possibilità di beneficiare di un sistema premiale, consistente principalmente in forme di esonero contributivo (entro il limite massimo di €50.000 annui per ogni azienda).

Inoltre, la legge n. 162/2021 è intervenuta prevedendo, oltre a un apparato sanzionatorio più rigido in caso di rapporto falso o incompleto (sanzioni amministrative comprese tra €1.000 e €5.000) e a una maggiore presenza dei controlli, ulteriori novità per il Codice delle Pari Opportunità. Tra queste si possono annoverare, tra gli altri, la modifica dell’art. 25 del d.lgs. n. 198/2006 per specificare la nozione di discriminazione, diretta e indiretta, e ampliarne la fattispecie, nonché l’attribuzione alla figura del consigliere di parità dell’onere di presentare con cadenza biennale una relazione recante gli esiti del monitoraggio sulla corretta applicazione della legislazione in tema di pari opportunità. In questo modo, la modifica dell’art. 20 del suddetto decreto non vede più il Ministro del lavoro come soggetto onerato. Infine, merita sottolineare la modifica dell’art. 46 del d.lgs. n. 198/2006, consistente nella previsione dell’obbligo per le aziende con oltre cinquanta dipendenti – e della facoltà discrezionale per quelle al di sotto di tale soglia – di redigere a cadenza biennale un rapporto sulla situazione del personale maschile e femminile sotto i seguenti profili: assunzioni, promozioni, livelli, formazione, mobilità verticale e orizzontale, interventi di cassa integrazione guadagni, licenziamenti, pensionamenti e prepensionamenti e retribuzione percepita.

 

Fonti normative

  • Articoli 3, 37, 51 e 117 della Costituzione Italiana.
  • Legge n. 903/1977 – Parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro.
  • Legge n. 125/1991 – Azioni positive per la realizzazione della parità uomo-donna nel lavoro.
  • Legge n. 53/2000 – Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città.
  • Decreto legislativo n. 165/2001 – Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche.
  • Decreti legislativi n. 215/2003 e 216/2003 – Decreti legislativi di attuazione delle direttive sulle parità di trattamento.
  • Decreto Legislativo n. 198/2006 – Codice delle pari opportunità tra uomo e donna.
  • Decreto Legislativo n. 5/2010 – Attuazione della direttiva 2006/54/CE relativa al principio delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego.
  • Legge n. 162/2021 – Modifiche al codice di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, e altre disposizioni in materia di pari opportunità tra uomo e donna in ambito lavorativo.