Scheda sintetica
L’indennità di contingenza è un elemento della retribuzione che ha il compito di adeguare la retribuzione alla variazione del costo della vita.
L’indennità di contingenza è stata introdotta in Italia nell’immediato dopoguerra ad opera della contrattazione collettiva. La disciplina originaria è stata via via modificata nel tempo.
Nel 1959 la disciplina collettiva vigente è stata recepita in diversi decreti aventi efficacia di legge che ne hanno esteso l’efficacia a tutti i rapporti di lavoro nell’ambito di ciascuna categoria, anche al di fuori del campo di applicazione del contratto collettivo (efficacia erga omnes).
Il costo della vita veniva periodicamente calcolato da una apposita Commissione costituita presso l’ISTAT (Istituto Centrale di Statistica) con riferimento al “paniere della spesa” cioè ai prezzi di alcuni beni di uso comune da parte delle famiglie italiane.
Determinato in un certo periodo in 100 l’indice del costo della vita, le successive variazioni si traducevano in “punti di contingenza”. L’importo del punto veniva determinato convenzionalmente e ricalcolato periodicamente.
L’Accordo Interconfederale del 1975 (per l’industria), stipulato tra Confindustria da un lato e CGIL, CISL e UIL dall’altro, prevedeva che gli scatti di contingenza venissero rapportati alla retribuzione delle singole categorie di lavoratori e corrisposti trimestralmente.
Successivamente (1986) l’adeguamento di rivalutazione retributiva iniziava ad avere cadenza semestrale.
Il sistema ha funzionato sino alla fine del 1991.
Dal gennaio 1992 per effetto del Protocollo d’Intesa 31/07/1992 (stipulato tra le parti sociali contrapposte e il Governo) veniva deliberata la fine di tale meccanismo di adeguamento e da allora viene pagato solo l’importo dell’indennità di contingenza maturata sino a quella data.
Peraltro in molti contratti collettivi l’indennità di contingenza è ormai conglobata nel minimo contrattuale.