Corte di cassazione, ordinanza 2 novembre 2015 n. 22379

2 Novembre 2015

Il riconoscimento giudiziale del superiore inquadramento di un lavoratore comporta per il datore l’obbligo di versare i contributi sulle differenze retributive, ANCHE PER LA QUOTA ORIGINARIAMENTE DOVUTA DAL LAVORATORE.

Tipo di Atto: Giurisprudenza di Cassazione

Per evitare l’applicazione della regola per cui in caso di mancato tempestivo versamento dei contributi previdenziali il datore di lavoro deve all’INPS anche la quota a carico del lavoratore, la società convenuta in giudizio sosteneva che, nell’ipotesi di accertamento giudiziale del superiore inquadramento del lavoratore, il debito retributivo e quello contributivo nascono con la sentenza e quindi, versando i contributi subito dopo, non vi sarebbe alcun ritardo. Viceversa, la Corte ribadisce il principio secondo cui la sentenza si limita ad accertare un obbligo del datore di lavoro sorto precedentemente (nel caso, da quando il lavoratore svolge mansioni superiori), il cui inadempimento ha quindi già fatto sorgere, tra l’altro, anche l’obbligo di versare i contributi (nella specie, sulla maggiore retribuzione dovuta), obbligo che pertanto non è stato tempestivamente adempiuto.
Sezione: previdenza.