Corte di cassazione, sentenza 4 luglio 2017 n. 16392

4 Luglio 2017

In caso di licenziamento per superamento del periodo di comporto grava sul lavoratore l’onere di provare l’eventuale rinuncia tacita del datore ad esercitare il recesso.

Tipo di Atto: Giurisprudenza di Cassazione

In un caso in cui il datore di lavoro aveva tardato 35 giorni per esercitare il recesso, giustificando il ritardo con l’enorme numero di dipendenti da gestire (160.000) e con le difficoltà di computo delle assenze effettuate dal dipendente nell’arco di più anni, la Corte, affermando il principio suddetto, ha cassato la decisione dei giudici di merito che avevano posto a carico del datore di lavoro l’onere di provare l’esistenza di circostanze impeditive della formazione di un affidamento incolpevole del lavoratore sulla intervenuta rinuncia dell’impresa all’esercizio del recesso.
Sezione: processuale