Corte di cassazione, sentenza 7 giugno 2023 n. 16116

7 Giugno 2023

Spetta di regola al lavoratore chiedere l’insinuazione nel fallimento del datore per le quote di TFR da questi trattenute e non versate al fondo di previdenza complementare.

Tipo di Atto: Giurisprudenza di Cassazione

In giudizio, i giudici di merito avevano dichiarato la mancanza di legittimazione attiva di un dipendente che aveva chiesto appunto l’insinuazione nel passivo del fallimento del datore di lavoro per le quote di TFR da questi trattenute, ma poi non versate al fondo di previdenza complementare cui il lavoratore aveva aderito. La Cassazione, ripercorrendo nei suoi tratti essenziali la disciplina della materia nonché la giurisprudenza sviluppatasi al riguardo su due filoni diversificati, aderisce motivatamente alla soluzione della normale legittimazione attiva del lavoratore, salvo che risulti che questi, nell’autorizzare il versamento al Fondo delle quote di TFR via via maturate, abbia in realtà inteso operare non una delegazione di pagamento al datore di lavoro, che si estinguer col fallimento, ma una vera e propria cessione di un credito futuro al Fondo, nel qual caso è quest’ultimo il soggetto legittimato.