C.E.D.U. sentenza 20 febbraio 2024, su ricorso n. 16915/21. Danilet c. Romania
Anche un magistrato può criticare sui social l’ingerenza della politica sulla giustizia.
Un magistrato polacco era stato punito dal Consiglio superiore della magistratura nazionale per aver postato su Facebook alcuni rilievi sui rischi per il funzionamento della giustizia dovuti alla eccessiva ingerenza della politica. Dopo che i giudici nazionali avevano definitivamente respinto la sua domanda di annullamento della sanzione, il magistrato si è rivolto alla C.E.D.U. Quest’ultima, pur riconoscendo che le norme nazionali applicate perseguono un fine legittimo (garantire l’imparzialità e l’autorevolezza della funzione giudiziaria), rileva tuttavia che laddove si tratti, come nel caso di specie, di critiche interne al dibattito sul funzionamento della giustizia, la cui più ampia diffusione costituisce in uno Stato democratico interesse generale, deve prevalere il diritto alla libertà di espressione sancita dall’art. 10 della Convenzione, con conseguente riduzione a ipotesi residuali della possibilità di divieti da parte dell’Autorità.