Corte Costituzionale, sentenza 18 luglio 2023, n. 149

18 Luglio 2023

Sufficiente il permesso di soggiorno per il datore di lavoro straniero che voglia attivare la procedura di emersione del lavoro sommerso.

Tipo di Atto: Corte Costituzionale

Il caso sottoposto dal TAR Liguria alla Corte costituzionale è quello di un lavoratore per il quale era stata respinta dalla prefettura di Genova la domanda di emersione dal lavoro irregolare, perché il datore di lavoro richiedente, pur in possesso di un permesso di soggiorno, non era titolare, ai sensi dell’art. 103, co. 1, dl 34/20, di un permesso di lungo periodo. Ritenendo fondata la questione di costituzionalità della norma suddetta, sollevata dal con riferimento all’art. 3 Cost., la Corte costituzionale osserva in motivazione che: (i) l’emersione del lavoro svolto “in nero” persegue uno scopo socialmente apprezzabile, a tutela, oltre che delle parti del singolo rapporto di lavoro, dell’interesse pubblico generale, in particolare della regolarità e trasparenza del mercato del lavoro; (ii) la norma censurata, al contrario, richiedendo al datore di lavoro che non sia cittadino italiano o di uno Stato dell’Unione europea il permesso di soggiorno di lungo periodo, restringe eccessivamente, in modo non ragionevole, l’ambito dei soggetti che possono presentare istanza per dichiarare la sussistenza di un rapporto di lavoro irregolare con cittadini italiani o stranieri, ostacolando così la realizzazione degli obiettivi perseguiti dallo stesso legislatore con la procedura di emersione.