Corte di cassazione, ordinanza 6 settembre 2019 n. 22367
L’obbligatorietà per il datore di lavoro di un contratto collettivo deriva anche dalla sua costante applicazione.
La Corte ricorda infatti che i contratti collettivi di diritto comune (senza efficacia erga omnes) vincolano unicamente i soggetti iscritti alle associazioni sindacali che li hanno stipulati. Ma, in mancanza d’iscrizione, il giudice può valutare il comportamento delle parti nel corso del rapporto per stabilire se da essi possa dedursi l’adesione di fatto a quel determinato contratto. La regola è richiamata in un caso in cui un dipendente, licenziato per superamento del periodo di comporto di 180 giorni, sosteneva in giudizio che il contratto realmente applicato dalle parti – diverso da quello invocato dall’impresa – stabiliva in 360 giorni la durata del comporto e che quindi il licenziamento era nullo.
Sezione: rapporto di lavoro