Corte di cassazione, sentenza 10 settembre 2019 n. 22634
Ancora sulla subordinazione nel rapporto di lavoro.
La sentenza è interessando perché, nel ribadire i principi costantemente affermati dalla Corte in materia (quello che conta è la soggezione personale del prestatore al potere direttivo, disciplinare e di controllo, che inerisce alle intrinseche modalità di espletamento della prestazione lavorativa; ma, se tale assoggettamento non è agevolmente apprezzabile, occorre far riferimento a elementi meramente indicativi – continuità, orario, retribuzione fissa, assenza di rischio etc. -, da valutare nel loro complesso), precisa che in quest’ultimo tipo di valutazione va apprezzata “l’intensità” della etero-organizzazione della prestazione, quale discrimine tra coordinamento (di attività autonoma) e stretta inerenza all’interesse dell’impresa (della prestazione subordinata).
Sezione: rapporto di lavoro