Corte di cassazione, sentenza 26 giugno 2020 n. 12841
Fumare in ufficio fa male alla salute, ma non comporta sempre il licenziamento disciplinare.
In un caso in cui un dipendente era stato licenziato perché colto a fumare in un ambiente isolato e privo di macchinari, la Corte ha ritenuto sproporzionata la sanzione espulsiva e, poiché il contratto collettivo applicato prevedeva per la violazione semplice al divieto di fumo in azienda (senza pericolo per macchinari e persone) un sanzione conservativa, ha applicato la tutela reintegratoria, a norma dell’art. 18, comma 4° S.L., come modificato dalla legge Fornero. L’esame della questione ha poi costituito l’occasione per riassumere la giurisprudenza della Corte in materia di rispettivi apporti della legge e del contratto collettivo nella definizione della giusta causa di licenziamento.
Sezione: rapporto di lavoro