Corte di cassazione sentenza 28 febbraio 2014 n. 4854
Un DANNO ALL’IMMAGINE risarcibile (anche in via equitativa) può derivare ad un dipendente licenziato ingiustificatamente NON DAL MERO LICENZIAMENTO, ma dalla diffusione, senza che ve ne sia necessità, del suo CONTENUTO di gravissimi addebiti disciplinari nell’ambiente in cui egli opera.
La decisione costituisce l’applicazione della regola per cui un licenziamento è qualificabile come ingiurioso solo per la forma o per le modalità in cui viene comunicato (v. in questo numero, la sentenza n. 5885/2014). Nel caso di specie si trattava di un dipendente del Ministero degli esteri incaricato di una missione in un Paese africano, che era stato licenziato con l’accusa di gravissimi inadempimenti. Oltre a confermare l’illegittimità del licenziamento, la Corte ha altresì rilevato il carattere ingiurioso dello stesso in quanto il relativo contenuto era stato ingiustificatamente comunicato alla Fao e diffuso attraverso un bollettino di settore, pregiudicando l’immagine professionale del dipendente nel suo ambiente lavorativo. Sezione: Rapporto di lavoro.