Corte di Giustizia dell’Unione Europea, sent. 6 marzo 2014 C-595/2012
Contrasta col diritto dell’Unione la normativa italiana che esclude in maniera automatica una donna in congedo obbligatorio di maternità da un corso di formazione professionale necessario per la nomina definitiva in ruolo e per beneficiare di condizioni lavorative migliori, pur garantendole la partecipazione ad un corso di formazione professionale successivo.
Nel caso esaminato dalla Corte di giustizia, si trattava di una donna che aveva vinto, con altri, un concorso pubblico per vice commissario penitenziario in prova, che prevedeva altresì, per la stabilizzazione definitiva in ruolo, la partecipazione dei vincitori ad un corso di formazione e ad un esame finale. La dipendente che aveva promosso la causa in Italia, essendo al momento del corso assente per più di trenta giorni per maternità, era stata, secondo la legge italiana, esclusa dal corso, con diritto a partecipare ad uno successivo, di cui era peraltro incerta la data. La Corte di giustizia ha ritenuto tale disciplina contrastante col diritto dell’Unione sulla parità di trattamento tra uomini e donne in materia di occupazione (del quale ha ribadito l’effetto diretto all’interno dell’Unione), perché non assicura alla donna la possibilità di un tempestivo recupero del periodo di assenza, con incidenza negativa, rispetto agli altri vincitori del concorso, in ordine alla decorrenza delle migliori condizioni conseguibili col superamento della prova.