Tribunale di Napoli, 13 febbraio 2019
Docenti di religione cattolica assunti con contratto a tempo determinato: rinviata alla Corte di giustizia UE la questione pregiudiziale di discriminazione per motivi religiosi ai sensi dell’art. 21 della Carta di Nizza e della direttiva 2000/78/CE.
Il Tribunale di Napoli solleva una questione pregiudiziale sottoponendo all’attenzione della Corte di giustizia la disciplina del rapporto di lavoro di lavoro dei docenti di religione cattolica.
L’ordinanza pone diversi quesiti alla Corte e, in particolare, solleva il tema della discriminazione per motivi religiosi di tale categoria rispetto agli altri docenti. Secondo il Giudice rimettente, infatti, “i rapporti di lavoro di cui è causa sono assolutamente precari e privi di tutela (la legislazione interna non prevede neppure la possibilità di assunzione mediante scorrimento in graduatoria)”.
Il Giudice, si sofferma, infine, sul contrasto tra le “Alte Corti”: la Corte di giustizia (causa Sciotto C-331/17) e Corte costituzionale (sentenza n. 248/2018) in materia di precariato nel settore pubblico. La prima ha infatti stabilito la possibilità di sanzionare direttamente con la conversione del contratto a tempo indeterminato il ricorso ad una successione di contratti a termine, qualora non sussista altra misura effettiva di tutela nell’ordinamento interno. La seconda ha ribadito il divieto assoluto di conversione dei contratti a termine in caso del superamento dei 36 mesi per tutto il settore pubblico.